La tirannosaura Giulia

La tirannosaura Giulia

La T-Rex coraggiosa che difese l'amico accusato ingiustamente.

C’era una volta Giulia, una giovane Tirannosaura. Rispetto ai normali Tirannosauri, però, lei aveva una bellissima cresta rosa che partiva dalla testa. A Giulia piaceva molto la sua cresta, ma c’erano alcuni dinosauri che si prendevano gioco di lei a causa della sua particolarità.

Una mattina il branco di Giulia scoprì che tutto il cibo era stato rubato durante la notte. Subito gli altri dinosauri accusarono Dino il Triceratopo, il migliore amico di Giulia. “Ieri sera ho sentito dire a Dino che aveva molta fame.” Dicevano i dinosauri “Sicuramente è lui che si è fatto una scorpacciata durante la notte!”.

Tutti i dinosauri accusavano il povero triceratopo, ma Giulia sapeva che il suo amico era innocente. “Non posso lasciare che Dino sia attaccato ingiustamente” pensò la coraggiosa Tirannosaura. “Devo fare qualcosa!”.

Così, Giulia decise di cercare le prove dell’innocenza di Dino. Iniziò a guardare ovunque, tra le rocce, le piante, i ruscelli. Chiese anche aiuto agli altri dinosauri del branco. “Cosa stai cercando, Giulia?” chiese l’allosauro. “Sto cercando le prove per dimostrare che Dino è innocente” rispose la Tirannosaura. “Lo sai che non è stato lui a rubare il cibo, vero?”.

All’improvviso Giulia aguzzò la vista e notò delle enormi impronte sul terreno. Non aveva mai visto delle orme così grandi in vita sua, di certo non appartenevano a nessun dinosauro del branco! La T-Rex con la cresta rosa capì subito che forse aveva trovato le prove per dimostrare l’innocenza del suo amico triceratopo.

“Guarda Dino, ho trovato le prove che dimostrano che sei innocente! Dobbiamo assolutamente seguire queste tracce per capire chi è il vero colpevole!” disse all’amico. Così i due si inoltrarono nella foresta seguendo le gigantesche impronte.

Ben presto, però, si resero conto che la ricerca non poteva continuare, perché le orme si perdevano dentro un fiume. I due, un po’ amareggiati, decisero allora di tornare dal branco prima che arrivasse la notte.

Giulia e Dino radunarono l’intero branco per mostrare a tutti le impronte del colpevole, anche se non sapevano chi fosse. “Ora tutti potete vedere che Dino è stato accusato ingiustamente, queste impronte non sono sue!” disse Giulia. Proprio in quel momento si udirono dei passi molto pesanti che si avvicinavano al gruppo di dinosauri.

Tutti si spaventarono quando videro l’ombra di un gigantesco Argentinosaurus, un dinosauro che nessuno aveva mai visto prima. “Cari dinosauri, quelle impronte sono mie” disse con aria triste il gigante “La scorsa notte mi sono perso e avevo molta fame, così ho mangiato le vostre provviste”. L’Argentinosauros poi sorrise e aggiunse “Per farmi perdonare, oggi ho raccolto un po’ di provviste per voi.” E indicò con la coda un’enorme montagna di bacche, frutti e altre gustose delizie che solo lui poteva tirare giù dagli alberi più alti.

Il branco capì finalmente cos’era successo. Tutti ringraziarono l’Argentinosaurus per la sua onestà e si scusarono con Dino, che era stato accusato ingiustamente.

Dino li perdonò. Era felice e commosso per le azioni della sua amica Giulia. “Grazie mille, Giulia!” disse Dino. “Sei stata molto coraggiosa a difendermi e a cercare le prove della mia innocenza!”.

Giulia era felice di aver aiutato il suo amico e dimostrato la sua lealtà. Tutti i dinosauri del branco riconobbero che era stata coraggiosa e onesta. “Grazie Giulia!” dissero tutti insieme. “Sei un’amica speciale!”. Nessuno osò più prenderla in giro per la sua cresta rosa, perché tutti avevano capito il suo grande valore.

Questa vicenda inaspettata insegnò a tutto il branco che la giustizia premia sempre la verità e la lealtà.

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