Il diplodoco Nicolò

Il diplodoco Nicolò

L'importanza di chiedere aiuto e di lavorare insieme agli altri.

C’era una volta un grande e superbo diplodoco di nome Nicolò, che abitava in una vasta foresta. Nicolò era noto per la sua grande altezza, grazie al suo lunghissimo collo che gli consentiva di raggiungere le foglie più alte degli alberi. Nicolò era un dinosauro molto orgoglioso delle sue abilità e pensava di poter fare tutto da solo senza l’aiuto di nessun altro.

Un giorno, mentre passeggiava nella foresta, Nicolò vide un bellissimo albero carico di frutti succosi. Era forse l’albero più alto di tutta la foresta. Nicolò già pregustava un dolce spuntino a base di frutta e provò subito ad allungarsi per prenderla. Nonostante il collo lunghissimo, Nicolò non riusciva proprio a raggiungere la cima dell’albero.

“Allora, come va?” chiese un piccolo velociraptor di nome Michelangelo, che aveva notato Nicolò camminare attorno all’albero.

“Niente di che” rispose Nicolò. “Ho visto questi deliziosi frutti sull’albero, ma non riesco a raggiungerli. Sono troppo in alto per me.”

Michelangelo, che era un dinosauro molto intelligente e astuto, si offrì di aiutare Nicolò a raggiungere il suo obiettivo. “Vuoi che ti aiuti, Nicolò?” chiese il velociraptor con gentilezza.

“Assolutamente no!” rispose Nicolò con arroganza. “Sono un diplodoco forte e grande, non ho bisogno dell’aiuto di nessuno, specialmente non da un dinosauro così piccolo come te!”

Nicolò continuò a provare per ore, anche mettendosi su due zampe. Il risultato però ero sempre lo stesso: delusioni, cadute e un po’ di mal di collo!

Michelangelo insistette nuovamente per offrire un aiuto e alla fine Nicolò accettò, anche se un po’ malvolentieri. “Va bene, se proprio vuoi aiutarmi, allora va bene” disse Nicolò, ancora un po’ esitante.

Michelangelo allora saltò con un balzo sulla schiena del diplodoco e salì agilmente sul lunghissimo collo del grande dinosauro. “Guarda Nicolò, ora sono sulla tua testa! Basta che allunghi un pochino il collo e riuscirò a raggiungere anche i frutti più alti” disse allegramente il velociraptor “Eccoci, abbiamo fatto!”.

In poco tempo i due dinosauri raccolsero centinaia di frutti deliziosi. Nicolò, umiliato ma anche grato per l’aiuto di Michelangelo, capì che non c’è niente di male nell’essere aiutati dagli altri, anche da quelli che sembrano più deboli o piccoli. “Grazie, Michelangelo” disse Nicolò con umiltà. “Senza il tuo aiuto, non sarei mai riuscito a raccogliere i frutti.”

Da quel giorno in poi, Nicolò divenne più umile e collaborativo con gli altri dinosauri del branco. “Ho imparato che non posso fare tutto da solo” disse Nicolò ai suoi amici dinosauri. “È importante chiedere aiuto quando serve e lavorare insieme agli altri per raggiungere i nostri obiettivi.”

La morale della storia è che tutti prima o poi possono avere bisogno di aiuto. Non bisogna mai vergognarsi di farsi aiutare da qualcun altro, anche da quelli più piccoli o deboli. Collaborando e aiutandosi a vicenda, si può superare qualsiasi difficoltà e raggiungere grandi traguardi.

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